lunedì 30 gennaio 2012

DECRESCE SECONDA TAPPA- EVENTO-FINISSAGE 
Villa De Sanctis - Roma 5 febbraio ore 18-21‏
a cura di Fabrizio Pizzuto 
Artisti:
Alessio Ancillai - Antonello Bulgini - Chiara Mu - Emanuele Napolitano e Francesco Petricca - Fabio Scacchioli - Chiara Tommasi  
FINISSAGE 5 febbraio 2012
Ore 18-21

Luogo: Villa De Sanctis 
ingresso: via Gordiani 5 e via casilina 665, 
Roma  

Decresce project
Decresce project non analizza solo un modo di pensare, bensì anche un modo di fruire.
Prendere come esempio teorie principalmente economiche, sebbene in larga parte piegate a valenza simbolica o di contestazione, e tentare di applicarle a un'esposizione d'arte, significa tentare in ogni caso una traslazione.
Non solo e non tanto una veicolazione di contenuto quanto un esempio che si attribuisce una modalità di approccio.
L'intervento dei sei artisti è anti economico e anti crescita in una misura di opposizione o negazione. Serge Latouche stesso racconta di preferire il termine a-crescita (come a-teismo) per sottolineare l'opposizione (“a-gnostica” appunto) alla fede economica nella crescita; la stessa fede che trasforma insensatamente il PIL in un indicatore riconosciuto comunemente come sensato del benessere di un popolo.
Dunque si può definire questo lavoro anti-economico nella misura in cui non si sofferma su oggetti in vendita, non ne fa legge; e al contempo anti-crescita perchè realizzato con poco, a partire da preesistenze e da elementi semplici, trovati o negati, decontestualizzati.
Tutto questo, sebbene basico, non è il punto più importante.
Il punto importante è il tempo.
Quello che si nega è il tempo “business”, tempo degli affari e del chiacchiericcio, proprio dell'incontro dovuto per buone relazioni.
Il tempo qui desiderato è invece uno sforzo mentale, dedicato a, quindi ricercatore di attenzioni.
Si parla di un attraversamento: da un lato una pausa, un silenzio, dall'altro un avvicinamento: un momento di visione non distratta, non presuntuosa, meno consumo meno fretta e più avvolgimento.
La vena contestataria insita è nella negazione degli oggetti stessi come immagini date in virtù di immagini-dati, nel senso di portatori di informazioni. Immagine non ricostruita ma riavvolta o rimboccata, come coperte. Si tratta della ricostruzione della propria sensatezza.Dall'uno al tutto ci si muove, dal discorso unitario si va verso le sfaccettate verità del tempo di visione.

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